Digiuni e bugie. La quaresima sui social network

Finisce la Quaresima, di seguito l’editoriale che ho scritto per “Il T” allo scopo di ragionare su alcune esagerazioni mediatiche lette quando la Quaresima stava iniziando

Per molte e molti credenti siamo in tempo di digiuno. Del Ramadan, iniziato per il 2024 nella notte tra il dieci e l’undici marzo, ha scritto sulle pagine de “Il T” Sara Alouani per il numero uscito sabato 9 marzo. Il periodo della quaresima cristiana, invece, si estende dal 22 febbraio al 6 aprile, e di questo ci occuperemo nel nostro editoriale. Nei quaranta giorni di preparazione alla Pasqua, ai cattolici è chiesto di seguire alcune regole alimentari – molto meno stringenti di quelle islamiche – anche se con il passare degli anni a una attenzione quasi maniacale a tali norme si è sostituita una blanda memoria, tenuta in stretto conto da poche e da pochi. 

Proprio in occasione dei primi giorni della quaresima sui social network ha avuto buona diffusione un messaggio di papa Francesco, secondo il quale “si può mangiare quel che si vuole, perché il sacrificio non è nello stomaco, ma nel cuore”. Un cristiano sarebbe dunque legittimato a consumare tutta la carne che vuole, perché chi se ne astiene e contemporaneamente non rivolge la parola alle proprie sorelle e ai propri fratelli non può certo pensare di seguire gli insegnamenti del Vangelo, tutt’altro. È ben più importante vivere in concordia che rinunciare a qualche bistecca. Molti sono stati i commenti, a favore du e contro parole eticamente ragionevoli (qualcuno ha anche chiamato in causa le origini argentine di Bergoglio e la sua passione per la carne) ma che, al contempo, sono completamente false. Fake news, come abbiamo imparato a dire, per quanto di successo. 

La questione sulla quale ragionare è perché un messaggio palesemente menzognero abbia avuto tanta diffusione sui social e i motivi da indagare sono principalmente due. 

Il primo è che esiste all’interno della Chiesa di Roma un movimento, neppure tanto sotterraneo, che mira a dissacrare i messaggi del papa, mettendone in rilievo la presa di distanza dalle tradizioni cattoliche. Questa presa di distanza, va detto, non corrisponde affatto alla realtà: Francesco non ha mai dimostrato concretamente di allontanarsi dalla via della tradizione. Ha certo cercato più volte di interpretarla alla luce del tempo in cui vive, ma senza metterne in dubbio i fondamenti. Il gioco di chi ha diffuso la fake news può sembrare raffinato, e forse lo è: attribuire al papa la paternità di messaggi che abbiamo sopra definito eticamente ragionevoli e allo stesso tempo del tutto staccati dagli insegnamenti cattolici lo espongono da un lato al plauso di chi cattolico non è (o lo è al modo suo), dall’altro lo mettono in difficoltà nel rapporto con la millenaria tradizione di un sistema canonico profondamente radicato. L’obiettivo, pare di poter dire, è di consolidare la diffusa e infondata accusa secondo la quale Francesco è teologicamente debole, attratto da una fede – ci sia consentito scrivere – sempliciotta. Questo lo renderebbe inadeguato al posto che ricopre (secondo alcuni addirittura indebitamente, almeno fino alla morte di Ratzinger).

Il secondo è cha la fake news, per essere credibile, deve fondarsi su di elementi plausibili. Il presunto insegnamento pontificio sul digiuno proprio questo fa. Gli ultimi messaggi quaresimali, infatti, quasi mai parlano di digiuno (non mangiare in determinati periodi, per esempio il Mercoledì delle Ceneri) e di astinenza (non mangiare carne in tutti i venerdì di quaresima) in senso materiale, quello ovvero in cui si tratta di cibo. Al contrario, i più recenti insegnamenti della Chiesa cattolica hanno piuttosto guardato a digiuno e astinenza in ottica simbolica e figurata: stare lontani dai social network, per esempio, o da quanto ci distrae dalla contemplazione. Proprio sulla dimensione contemplativa e sulla sua efficacia nel tenerci liberi dale schiavitù e dalla menzogna si è concentrato il messaggio quaresimale di Francesco per il 2024. Il digiuno e l’astinenza vanno interpretati alla luce delle emergenze del terzo millennio, per le quali la rinuncia a qualche piatto prelibato o sostanzioso significa poco: questo ci dicono il papa e diversi vescovi, per quanto non si sia mai canonicamente messa in dubbio la fondatezza e la solidità delle regole alimentari cattoliche.

In conclusione, quello che possiamo suggerire per non farsi ingannare da messaggi e notizie falsi è di andare alla ricerca delle fonti (non è difficile farlo, al giorno d’oggi, per esempio i documenti pontifici si trovano sul sito vatican.va), di fermarsi a ragionare sul perché qualcosa potrebbe essere stato detto, di non cliccare sul pulsante “condividi” dei nostri social fidandosi di un titolo.